L’invenzione per depurare le acque reflue in modo ecologico è francese: si chiama Bambou-Assainissement e consiste nello sfruttare le piantagioni di bambù, pianta perenne che ha un elevato potere assorbente.
Tutto nasce qualche anno fa con il progetto Briter-Water Market replication of bamboo remediation of food industry effluent grey water for re-use, finanziato dall’Unione Europea con 720mila euro, che mette sul piatto un sistema di trattamento delle acque innovativo e a basso impatto ambientale.

Padre dell’invenzione è Frédéric Panfili, manager di un’azienda francese che oggi lo commercializza su scala internazionale.

A lui va il merito di aver osservato la natura e pensato di adattare l’ingegnoso sistema al trattamento delle acque di scarico, cioè quelle la cui qualità – contaminata da sostanze organiche e inorganiche pericolose per la salute e l’ecosistema – è stata compromessa dall’azione antropica dopo l’utilizzo in attività agricole, industriali o domestiche.

Come funziona il bambù – depuratore

«Il sistema che fa ricorso al bambù – spiega Panfili, manager scientifico del progetto – ha un aspetto del tutto simile a una piantagione naturale, tanto che si confonde con il paesaggio circostante. In pratica, è un filtro fatto di vegetazione in cui vengono fatte passare le acque reflue, qui micro-organismi presenti in natura degradano la materia organica“.

È stato scelto il bambù perché ha caratteristiche che ben si prestano alla finalità depurativa: le radici sono molto profonde, la crescita è rapida, resiste bene agli stress ambientali (come periodi di siccità e di piogge abbondanti, temperature rigide ed eccessive).

C’è anche il vantaggio che, rispetto ad altri tipi di biomassa vegetale, quella del bambù ha un alto valore di riscaldamento, tanto che la biomassa prodotta durante il trattamento delle acque reflue viene impiegata come carburante per le caldaie di riscaldamento.

Una tecnica semplice nel meccanismo che è stata implementata nel 2012 con il trattamento delle acque di una fabbrica francese produttrice di bevande analcoliche, nei pressi di Valence; ben 1500 m3 di acque grigie, provenienti dall’azienda alimentare, sono stati sottoposti al trattamento con piante di bambù, e il sistema di filtraggio vegetale ha funzionato alla perfezione.
Ancora una volta l’uomo contamina e la natura ripara.

Anna Simone