Nel mondo 884 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile, perlopiù nell’Africa Sub-sahariana e nel sudest asiatico, e 2,6 milioni sono privi dei servizi igienici di base. Purificare le acque significa renderle limpide, prive di odori e di torbidità, ma soprattutto ripulirle dagli agenti patogeni pericolosi per la salute.

I sistemi di purificazione delle acque convenzionali, come l’aggiunta di cloro, che elimina i batteri, o la bollitura, non sempre sono praticabili nei contesti difficili dove sarebbero necessari.
Sono allo studio alternative naturali, economiche e sostenibili. I ricercatori del laboratorio di Water Quality dell’Università del Michigan hanno realizzato un filtro che permette di ottenere acqua potabile sfruttando l’azione di alcuni batteri.

Il filtro è composto dalla struttura in carbonio, alla quale viene applicata una schiuma sintetica dove si sviluppa un biofilm ricco di batteri “buoni” che si autorigenerano. Il biofiltro riesce a trattenere la maggior parte dei batteri patogeni, così che l’acqua filtrata soddisfa i requisiti di purezza microbiologica dell’Epa.

Dal Mit di Boston arriva invece il progetto per un filtro fatto di legno: costruito con legno di pino e alburno, secondo i suoi inventori riesce a eliminare il 99% dei batteri Escerichia Coli. La sua capacità di filtraggio, però, riesce a bloccare i batteri ma non i virus, che sono più piccoli; inoltre bisogna capire come evitare che il filtro si secchi, perdendo la sua capacità filtrante.