I fatti parlano chiaro: nella Silicon Valley, nella contea di Santa Clara, da qualche mese è nato l’Advanced water purification center, il centro di riciclo delle acque reflue con una tecnologia in grado di ottenere acqua da bere da liquami depurati.

L’investimento è costato la bellezza di 72 milioni di dollari, ma stando ai risultati sembrano essere soldi spesi bene. Il nuovo impianto hi-tech, entrato in funzione durante l’estate, depura efficacemente le acque reflue urbane restituendo acqua potabile al 100%. Come è possibile? Con un sistema ad hoc che combina microfiltrazione, osmosi inversa e raggi ultravioletti.

In particolare, tutto inizia dagli scarichi fognari delle città di Santa Clara valley, in California. I liquami vengono fatti passare attraverso piccoli tubi per la microfiltrazione, cioè attraverso fibre porose con fori del diametro di 0.1 micron (per avere un termine di comparazione, trecento volte più piccoli di un capello umano), dove vengono filtrati i solidi, i batteri, i protozoi e alcuni virus, mentre la risorsa idrica arriva allo step successivo dell’osmosi inversa; qui l’acqua con forte pressione viene spinta contro delle membrane che hanno fori infinitesimali dove passano soltanto le molecole di acqua, ma non le impurità.
Il ciclo depurativo termina con la luce ultravioletta, un metodo di sterilizzazione che sfruttando gli Uv alla lunghezza d’onda Uv-C, abbatte eventuali tracce di residui organici. Il risultato è un’acqua pura al 99.99 percento, con valori di Tds (total dissolved solids) pari a 40 parti per milione, meno della media delle acque potabili locali (215 parti per milione, anche se il limite massimo di contaminati consentito è 500 parti per milione).

Al momento la centrale produce ogni giorno 8 milioni di litri d’acqua pura che viene sfruttata per le irrigazioni agricole, per innaffiare i campi da golf e i parchi pubblici. Mentre, a breve una parte del quantitativo prodotto sarà destinato al sistema di raffreddamento degli edifici e del data center nel nuovo Campus Apple. Dulcis in fundo, entro il 2025 si dovrebbe riuscire aportare l’acqua depurata fino ai rubinetti domestici.

Anna Simone