La tavola periodica, creata nel 1869 dal chimico Mendeleev per raccogliere tutti gli elementi noti, si è recentemente arricchita di 4 nuove entrate, andate a occupare gli spazi ancora vuoti nella settima riga della tabella. Si tratta di ununtrio (numero atomico 113), ununpentio (115), ununseptio (117), ununoctio (118). Gli elementi sono stati ottenuti i laboratorio: l’elemento 113 è stato creato da ricercatori giapponesi ormai 12 anni fa, gli elementi 115 e 117 da una collaborazione tra russi e californiani, mentre il 118, che è il più pesante mai realizzato, dai russi.

I nuovi elementi sono stati ammessi nella tavola dalla Unione internazionale di chimica pura e applicata (Iupac), che ora invita i ricercatori che li hanno prodotti a trovare loro dei nomi meno asettici, lasciandosi ispirare, come è d’uso, dai nomi degli scopritori, da personaggi mitologici o dalle proprietà degli elementi.

Sono originali le diverse etimologie dei nomi degli elementi: il nome dell’Ossigeno significa “generatore di acidi”, perché Lavoisier, che l’aveva scoperto nel 1777, credeva erroneamente che rientrasse nella composizione di tutti gli acidi. Il Rutenio (Ru, numero atomico 44) prende nome dal luogo in cui è stato ritrovato la prima volta, l’Ucraina, che nel Medioevo era detta Rutenia, cioè piccola Russia.

La parola arsenico (As, numero atomico 33) deriva dal persiano e significa “ornamento giallo”, il termine cloro (Cl, numero atomico 17) viene dal greco e significa verde, mentre lo Zirconio (Zr, numero atomico 40) deve il suo nome, che ha origine dall’arabo zerqun (color dell’oro), al colore bianco argentato.

Anche il nome del Nichel (Ni, numero atomico 28) deriva dalle sue proprietà: viene infatti dallo svedese Nikel, diminutivo di Nicolaus, nome associato a un ragazzo irrequieto. Il Gadolino (Gd, numero atomico 64) deve invece il suo nome al fisico finlandese che l’ha scoperto.

(Fonte: Ansa; Treccani)