I trattamenti fotosanitari a linea fissa sono una importante innovazione nella viticoltura, settore trainante del nostro export agroalimentare e fiore all’occhiello del Made in Italy. Gli agricoltori sono però alle prese con un clima sempre più imprevedibile e con una regolamentazione di anno in anno più stringente per quanto riguarda i prodotti fitosanitari utilizzabili in campo. La situazione é ancora più dura per la cosiddetta ‘viticoltura eroica’.

Quelle vigne impiantate cioè in zone di montagna o in forte pendenza, difficilmente meccanizzabili. Basti pensare alle vigne sulle montagne valdostane e a quelle sulle colline del Prosecco. O ancora ai terrazzamenti della Costiera Amalfitana o alle vigne sui versanti dell’Etna.

I trattamenti fitosanitari in queste condizioni sono di difficile realizzazione. In passato gli agricoltori facevano ricorso all’elicottero per poter irrorare le vigne, ma la Direttiva europea 2009/128/EC ha stabilito il divieto dei sorvoli a meno di deroghe che sono sempre più difficili da ottenere. Agli agricoltori ‘eroici’ restano le lance a mano. Ma il lavoro é molto lungo, spesso intempestivo, ed estremamente costoso.

Linee fisse per trattamenti fitosanitari a linea fissa in viticoltura

Una soluzione a questo problema puó arrivare dall’installazione di linee fisse per i trattamenti fitosanitari. Il settore é estremamente innovativo e soprattutto nel nord-est si stanno mettendo a punto sistemi sempre più performanti vista la grande richiesta da parte del mercato di vini come il Prosecco.

Ma come funziona un impianto fisso? Si compone di due linee, una nel sottochioma e una sopra il filare con ugelli a cono posizionati per irrorare le foglie (la linea superiore) e i grappoli (quella inferiore).

Bisogna prestare la massima attenzione non solo alla gestione della chioma, che deve lasciare esposti i grappoli al getto, ma anche all’inclinazione degli ugelli. Le prove in campo hanno dimostrato le ottime performance ottenute con ugelli a cono con portata di 0,4 litri al minuto (e con bagnature di circa un minuto).

Le tubazioni, solitamente in PVC con diametro di 20mm, sono collegate ad una pompa con pressione in uscita di 3 bar che immette nel circuito la soluzione fitosanitaria preparata precedentemente in un serbatoio ad hoc. La linea viene dapprima riempita con acqua e dopo il trattamento viene svuotata con l’utilizzo di un compressore.

Per evitare di dover installare pompe troppo potenti la soluzione adottata solitamente é quella di settorializzare la vigna in aree di circa mille metri quadri ciascuna. Per una vigna di un ettaro é necessario dunque prevedere dieci settori da irrorare in successione.

Per non dover di volta in volta preparare la soluzione fitosanitaria é possibile utilizzare dei flussimetri come il DFM ASV Stubbe, per determinare la quantità di miscela immessa nel circuito.

Flussimetri e livelli nella fertirrigazione

L’utilizzo dei flussimetri offre due vantaggi importanti. Prima di tutto si sa con esattezza la quantità di soluzione che viene immessa nell’impianto, istante per istante. E in secondo luogo, grazie ai sensori elettrici, é possibile impostare degli allarmi nel caso in cui ci sia un malfunzionamento nell’impianto.

Un blocco dell’erogazione a causa di un tubo ostruito o una portata anomala dovuta alla rottura di una tubazione possono così essere efficacemente individuati.

I flussimetri ASV Stubbe, di diverse dimensioni, vanno dai 3 fino ai 50.000 l/h. Inoltre essendo disponibili in materiali plastici come u-PVC, PA, PSU e PVDF, sono resistenti alla corrosione.

Un elemento fondamentale visto che molti agrofarmaci in commercio contro le più comuni malattie della vite (come la peronospora e l’oidio) sono corrosivi e possono dunque arrecare danni alle parti metalliche degli impianti.

E’ auspicabile poi l’inserimento di una sonda di livello, come le sonde di livello conduttivi CFP realizzate da ASV Stubbe, all’interno del serbatoio dell’acqua in modo da avere sotto controllo la quantità di liquido a disposizione.

Nelle zone collinari o montane l’approvvigionamento idrico risulta essere difficoltoso e per questo é consigliabile verificare il livello del serbatoio prima di effettuare i trattamenti.

Foto: TESAF e CIRVE dell’Università degli Studi di Padova