Venti aziende del distretto tessile di Prato, il più grande d’Europa, hanno aderito alla campagna Detox di Greenpeace, che chiede ai marchi della moda di impegnarsi per eliminare le sostanze chimiche pericolose entro il 2020.

Tra i firmatari ci sono i gruppi Miroglio, Inditex, Valentino, H&M. Il distretto di Prato produce capi per i nomi più noti della moda internazionale e rappresenta il 3% della produzione tessile europea, per una somma di 2,5 miliardi di euro. Lo standard green, che riguarderà l’intera filiera produttiva, interessa più di 13 mila tonnellate di filati prodotti ogni anno.

Campagna Detox di Greenpeace

Le venti aziende tessili pratesi hanno rinunciato a utilizzare sostanze nocive come i ritardanti di fiamma bromurati e clorurati, i composti organostannici e le ammine associate a coloranti azoici, dannosi per il sistema riproduttivo e cancerogeni.

Dall’estate 2016 verranno eliminati anche i composti polifluorurati e perfluorurati (Pfc) utilizzati nella produzione di abbigliamento e equipaggiamento outdoor.
La campagna Detox di Greenpeace si rivolge anche ai grandi marchi internazionali che hanno delocalizzato la produzione dei loro capi in Cina.
Mentre in Italia le industrie tessili devono sottostare a una rigida normativa che regolamenta il trattamento degli scarichi, in Cina sostanze chimiche tossiche vengono riversate nei fiumi, con gravi rischi per la salute dell’uomo e degli animali e con un impatto fortemente negativo sull’ambiente.

I tecnici di Greenpeace hanno effettuato dei test sulle acque di grandi fiumi cinesi, rilevando la presenza di alchilfenoli e composti perfluorati che si accumulano lungo la catena alimentare e, anche in concentrazioni basse, modificano il sistema ormonale dell’uomo.

Greenpeace chiede ai grandi marchi che hanno spostato la produzione in Cina di intervenire attivamente nel processo produttivo, vietando l’utilizzo delle sostanze più dannose e impegnandosi per garantire il corretto smaltimento degli scarichi tossici.

(Fonte: www.greenpeace.it, www.ansa.it)