Nel 1948 nasce in Italia l’Unione Petrolifera, che si occuperà dei rifornimenti di energia necessari al paese per la ripresa dopo il periodo della guerra. È il momento del miracolo economico e il paese continua a crescere fino a quando, alla fine degli anni 60, la politica internazionale porta a una crisi energetica globale, che verrà gestita negli anni successivi con una riorganizzazione degli approvvigionamenti.

Combustibili fossili e risorse rinnovabili

Una nuova svolta si ha quando, a fine anni 80, sale alla ribalta il problema dell’impatto ambientale dell’uso di combustibili fossili.

Nel 1997 oltre 180 stati firmano il Protocollo di Kyoto, un accordo globale per ridurre l’inquinamento. È in questa nuova fase che si sviluppa la produzione di carburanti verdi, privi dell’inquinante zolfo.

La ricerca di carburanti alternativi è oggi di grande attualità: oltre ai biocarburanti, come il biodiesel, c’è il metano, particolarmente adatto ai trasporti urbani.

Il Gpl è molto diffuso in Italia: 1.400.000 veicoli sono alimentati a Gpl e la rete distributiva è presente su tutto il territorio.

Il carburante meno inquinante è però l’idrogeno, che non produce emissioni quando viene utilizzato, anche se la sua produzione non è senza impatto ambientale. Questo elemento, infatti, non si trova libero in natura e deve essere prodotto partendo da idrocarburi (gas naturale e petrolio) o dall’acqua per elettrolisi.

Al momento, però, per produrre idrogeno è necessario consumare combustibili non rinnovabili oppure effettuare processi complessi che coinvolgono catalizzatori fatti con materiali rari e costosi.

Nuove prospettive arrivano dall’Università di Stanford, dove è stato condotto un interessante studio sulla produzione di idrogeno dall’elettrolisi dell’acqua: in pratica l’acqua viene divisa in idrogeno e ossigeno sfruttando la corrente elettrica.

In questo esperimento sono stati utilizzati per la prima volta metalli comuni come nichel e ferro per gli elettrodi, e l’energia viene fornita da una batteria AAA.

Al momento c’è il problema che l’energia si esaurisce troppo presto, ma i ricercatori stanno pensando di collegare al sistema dei pannelli fotovoltaici per sfruttare l’energia del sole. In questo modo l’idrogeno sarebbe un carburante davvero pulito.