Le vernici hanno fatto la loro prima comparsa agli albori della civiltà e da allora hanno sempre accompagnato l’uomo in tutte le tappe della sua grande avventura; scopriamo le nuove vernici.

Dall’antichità ai giorni nostri

La storia delle vernici è ricchissima di testimonianze di grandissimo interesse e valore storico. Le vernici a base di olio di lino erano note già agli antichi egizi.

È iniziato allora l’impiego di oli cotti, oli modificati con colofonia e altre resine naturali per migliorarne la velocità di essiccamento e alcune proprietà del film. La prima fabbrica di vernici nasce in Inghilterra nel 1790, e l’industria si sviluppa rapidamente in tutto il resto dell’Europa durante i primi anni del 1800. All’inizio del 1900 sono comparsi i primi polimeri sintetici ed essi sono stati impiegati come leganti in miscela con l’olio di lino, fino al termine della prima guerra mondiale quando grandi surplus di nitroglicerina e nitrocellulosa, utilizzata fino ad allora come esplosivo, attendevano una destinazione diversa.

Si intensificarono allora gli sforzi di ricerca per rendere più industriali le già note vernici alla nitro, che una volta messe a punto diedero un grandissimo impulso alla produzione industriale: i tempi di essiccazione molto rapidi velocizzarono enormemente i processi e permisero la diffusione di vere e proprie produzioni in catena. Le vernici, a qualsiasi applicazione siano destinate, vengono inglobate nel manufatto che ricoprono, influenzandone, spesso determinandone, la fungibilità, la qualità, la vita utile.

Le nuove vernici

In tale posizione, esse possono trasferire tecnologie innovative ai settori a valle nella filiera industriale, e si propongono quindi come veicolo di innovazione. Uno degli esempi più interessanti nel settore del trattamento delle superfici mediante verniciatura è la messa al bando delle vernici marine contenenti metalli pesanti e composti organostannici, che costituiscono un pericolo per l’ambiente acquatico e che rende necessario individuare nuovi biocidi per proteggere le imbarcazioni dalle incrostazioni biologiche.

Soluzioni alternative vengono ottenute da biocidi di nuova generazione, spesso derivati da composti naturali, miscelati con ossido di rame o di zinco. Questi biocidi naturali possono essere distinti in due categorie: una categoria che comprende sostanze che molti organismi marini come le alghe, le spugne o i delfini utilizzano per difendersi dalle incrostazioni biologiche (fouling), mentre un’altra categoria costituita da sostanze estratte da organismi vegetali o animali i quali però non le impiegano come antifouling. Come spesso accade la natura ci aiuta a trovare soluzioni che possano soddisfare aspetti economici, ambientali e politici.