Le vernici fotocatalitiche, o “vernici mangia smog”, hanno la capacità di pulire l’aria dagli inquinanti atmosferici. Tecnicamente si tratta di pitture che sfruttano il processo fotocatalitico del biossido di titanio.

La fotocatalisi, che imita il processo naturale di fotosintesi clorofilliana, è un insieme di reazioni fotochimiche rese possibili da una sostanza, detta catalizzatore, sensibile alla luce, come il biossido di titanio.

Come funzionano le vernici fotocatalitiche

Grazie all’energia solare, i fotocatalizzatori provocano reagenti super ossidanti che decompongono le sostanze organiche e parte delle sostanze inorganiche presenti nell’atmosfera favorendo la decomposizione degli inquinanti atmosferici.

Quando una particella di inquinante (ad esempio biossido di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene, ammoniaca, formaldeide e particolato atmosferico PM10) entra in contatto con il biossido di titanio, viene decomposta e trasformata in anidride carbonica, azoto e qualche sale: sostanze innocue e dilavabili dalla pioggia.

Di conseguenza si riducono gli inquinanti presenti nell’aria, derivanti dai gas di scarico delle auto, delle fabbriche, del riscaldamento domestico e delle altre fonti di inquinamento causate dall’uomo.

I residui degli inquinanti che derivano dall’azione ossidante della reazione chimica della fotocatalisi sono davvero innocui? Sì, stando alle analisi del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche.

La degradazione delle diverse sostanze inquinanti

Vediamo come avviene la degradazione di diversi inquinanti con le vernici fotocatalitiche:

  • Biossido di azoto: La degradazione del biossido di azoto forma nitrati solubili in acqua ed, eventualmente, nitriti, ma si tratta di piccole quantità che non costituiscono un problema per le acque dilavate. Nel caso di non esposizione diretta all’azione della pioggia, le molecole di nitrato di calcio, risultanti dalla reazione di fotossidazione, rimangono sulla superficie fotocatalitica come sostanze inerti.
  • Formaldeide: l’ossidazione della formaldeide porta alla formazione di biossido di carbonio e a tracce di acido formico, che sono assorbite dal substrato alcalino della superficie fotocatalitica.
  • Biossido di Zolfo: viene ossidato ad acido solforico, a sua volta assorbito dal substrato alcalino della superficie fotocatalitica. Il risultato è la formazione di solfato di calcio (più noto come gesso), che è sì poco solubile in acqua, ma non costituisce un problema per l’ambiente.
  • Monossido di carbonio: l’ossidazione del monossido di carbonio porta alla formazione di biossido di carbonio, sostanza praticamente inerte.
  • Particolato: l’evoluzione del particolato sulle superfici fotocatalitiche è ancora oggetto di approfondimento scientifico. Con ogni probabilità le particelle che costituiscono il particolato atmosferico vengono attratte sulla superficie a causa della presenza di cariche libere. Una volta sulla superficie, le particelle potrebbero reagire con i radicali liberi o con molecole di acqua e di ossigeno, degradandosi a sostanze organiche ossigenate solubili in acqua. Quindi i residui della fotocatalisi sono per lo più innocui, a differenza degli inquinanti iniziali.

Le vernici mangia smog hanno grande potenzialità, considerando la doppia applicazione, infatti possono essere utilizzate sui muri interni delle abitazioni e pulire l’ambiente dall’indoor, ma possono anche essere utilizzate sulle facciate dei palazzi, contribuendo a ridurre il livello di inquinamento circostante.