Ha il nome di Life+ RESAFE (Innovative fertilizer from urban waste, bio-char and farm residues as substitute of chemical fertilizers) il progetto internazionale cofinanziato dall’Unione Europea per produrre un super fertilizzante organico di alta qualità a partire dagli scarti agricoli, con risvolti positivi per allevatori, agricoltori e per lo smaltimento dei rifiuti.

La pollina, scarto che deriva dall’allevamento del pollame, è sfruttata per produrre un super fertilizzante attraverso un processo di decomposizione termochimica della biomassa, che avviene in assenza di ossigeno, la cui miscela viene arricchita e trattata con principi attivi vegetali secondo un procedimento brevettato dall’Enea.

Al momento, la sperimentazione è attiva in un impianto pilota a Faenza dove il prodotto è stato impiegato nella coltivazione di patate, mais, meloni, cocomeri e pomodori, con ottimi risultati.

Tra le principali caratteristiche del nuovo fertilizzante spiccano: l’elevata quantità di carbonio organico che migliora la capacità di trattenere l’umidità, la permeabilità, la porosità e aerazione del suolo agricolo; il contenuto di azoto, fosforo e potassio a rilascio lento rilascio, che argina l’inquinamento delle acque sotterranee; una ridotta salinità.

Gli effetti positivi ricadono dunque sia sulle colture sia sulle caratteristiche chimico-fisiche del terreno che diventa più morbido e viene preservato sotto gli aspetti dell’aerazione, e della filtrazione e ritenzione dell’acqua.

Il consumo idrico diminuisce fino al 30%, e nello stesso tempo migliora la capacità di conservare o ripristinare la fertilità del suolo, contrastando il fenomeno dell’impermeabilizzazione, sempre più in aumento.

Basti pensare che nell’arco temporale dell’ultimo decennio l’Europa ha perso 275 ettari di terreno al giorno, per un totale di mille kmq l’anno.

Con l’utilizzo del super fertilizzante, in quei suoli adatti a riceverlo, i benefici per terra e colture sarebbero decisivi, del tutto naturali e a costi contenuti.

Anna Simone