Ci sono odori, sapori, suoni e immagini tipici del Natale; li possiamo indagare con l’aiuto della chimica: la chimica del Natale!

L’albero addobbato di luci e decorazioni è simbolo del Natale, e il suo profumo ci porta immediatamente in clima natalizio. Il profumo dell’abete è in effetti molto caratteristico: nella resina delle conifere ci sono idrocarburi terpenici, in particolare monoterpeni composti da due blocchi di isoprene.

Si tratta di un derivato della trementina, che non a caso ha un odore che ricorda un po’ quello dei pini. L’olio di pino contiene due monoterpeni, l’α-pinene e il β-pinene, che sono entrambi liquidi a temperatura ambiente. Il profumo del Natale va ricondotto a queste due sostanze e all’acetato di bornile (C12 H20 O2).

Se il profumo del Natale è quello dell’albero, il sapore per noi italiani è sicuramente quello del panettone. La caratteristica principale del dolce natalizio per eccellenza è la sua pasta ben lievitata e soffice: il merito va ai lieviti, che possono essere chimici, come il difosfato disodico (E450), il carbonato acido di sodio, il bicarbonato di sodio o di ammonio (E503), oppure naturali, come la pasta madre, che è un impasto di farina e acqua in cui lieviti come saccaromiceti e altri batteri “buoni” si riproducono alimentandosi con gli zuccheri della farina.

La scelta della farina è fondamentale: per supportare adeguatamente la lievitazione è necessario ricorrere a farine forti, molto ricche di glutine. Perché il panettone riesca bene, inoltre, sono importanti la quantità di acqua, che non deve essere eccessiva, e la temperatura e il pH dell’impasto, che hanno conseguenze sulla quantità e sulla qualità dei batteri che contribuiscono alla lievitazione.

La chimica del Natale: suoni e immagini

La sensazione tattile del Natale può essere quella del feltro delle decorazioni e delle calde pantofole invernali: questo materiale non viene ottenuto tessendo le fibre, ma bagnando, pressando e sfregando la lana cardata di pecora o altri tipi di pelo animale. Si tratta di una lavorazione antichissima, secondo alcuni addirittura precedente la tessitura delle fibre naturali.

Il suono caratteristico del Natale è quello delle campane, che sono fatte in bronzo e suonano grazie al batacchio posto al loro interno, producendo musiche diverse. Il bronzo è una lega composta principalmente da rame, unito a stagno o ad altri metalli. Il risultato è un metallo che si lavora facilmente ed è molto resistente alla corrosione.

L’immagine che più di ogni altra ci fa pensare al Natale, invece, è forse quella di un paesaggio innevato, dove dentro le case dalle finestre illuminate si immaginano famiglie felici che festeggiano al caldo. I fiocchi di neve sono stati studiati a lungo: quando l’acqua si congela a formare i fiocchi di neve i suoi atomi si dispongono in un reticolo geometrico, ed essendo ogni fiocco composto da moltissime particelle non ne esiste in natura uno uguale a un altro.

A pochi gradi sottozero i cristalli hanno forme semplici, mentre scendendo a -5° incominciano a formarsi strutture a forma di ago. A -15° si creano forme piatte e forme a stella, mentre a temperature ancora inferiori si cristallizzano strutture a colonna. Con umidità bassa si creano strutture esagonali semplici, se invece è molto umido le ramificazioni sono più strutturate. La cosa curiosa è che riprodurre in laboratorio i fiocchi di neve è molto difficile: a volte la natura è più sofisticata della scienza.

(immagine via “Science Notes“)