La misura del livello di un recipiente contenente un liquido non richiede particolari tecnologie, oltre agli indicatori a tubo di vetro (o altro materiale trasparente)Chi non ricorda l’ondata di freddo che ha colpito l’Europa agli inizi di febbraio del 2012? Un flusso di aria proveniente dall’artico si è esteso fino alle regioni più meridionali dove, grazie all’incontro fra l’aria fredda e l’aria umida proveniente dai Balcani è nevicato più volte creando non pochi disagi.

Sono state raggiunte temperature minime da record in tutta la penisola. E con il freddo sono arrivati anche problemi impiantistici.
L’acqua varia il suo volume non sempre in modo lineare rispetto alla temperatura e, soprattutto, si dilata non solo fra 4°C (temperatura alla quale l’acqua ha il volume minimo) e 100 °C, ma anche fra 4 e 0°C. L’acqua si dilata non solo se riscaldata, ma anche se raffreddata.
In località dove la temperatura raramente scende sotto lo zero, non ci si pone il problema del ghiaccio, per cui eventi atmosferici come quello sopra descritto, possono creare problemi seri soprattutto quando un impianto è dotato perlopiù di indicatori di livello a tubo di vetro.

Nel nostro caso ci siamo dotati di asciugacapelli per sciogliere i tappi di ghiaccio. E siamo stati fortunati perché i tubi di vetro sono rimasti integri. È pur vero che solitamente le misure di livello non richiedono molta precisione, spesso è sufficiente l’approssimazione di qualche centimetro e qualche volta serve solo la segnalazione del livello per sapere se il serbatoio è pieno o prossimo allo svuotamento per organizzare il ripristino del livello.

Come funziona la misura di livello di un recipiente

La misura del livello di un recipiente contenente un liquido non richiede particolari tecnologie, oltre agli indicatori a tubo di vetro (o altro materiale trasparente), sono disponibili indicatori a galleggiante con indicatore a contrappeso, a leva o ad asta graduata, indicatori a spinta idrostatica (la pressione idrostatica del battente liquido viene costantemente misurata mediante un sensore che, in base alla densità ed al volume del fluido, è in grado di indicare il livello), a campana pneumatica, con manometri differenziali, a gorgogliamento di gas, a riflessione di ultrasuoni o conduttivo.

Questi ultimi con due barre sono in grado di rilevare i livelli minimi e massimi, ossia quando il livello del liquido conduttivo raggiunge le estremità delle sonde, si forma una connessione conduttiva analizzata dal processore ad esse collegato che può trasmettere l’informazione sul quadro sinottico dell’impianto.

Ovviamente questo tipo di indicatore, seppur molto efficace e versatile, non può essere impiegato in serbatoi contenenti liquidi che non conducono energia elettrica o che comunque sono isolanti (oli e grassi). Le versioni più aggiornate degli indicatori di livello sono programmabili per permettere l’integrazione con l’apertura/chiusura di valvole o l’avvio/spegnimento di pompe.

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