Di Duilio Curcio

La depurazione delle acque nei pastifici industriali è resa necessaria dalla presenza nelle acque reflue di diverse sostanze inquinanti:

  • solidi sospesi (sabbie, fanghi, ghiaia, residui vegetali, ecc.);
  • BOD5;
  • COD;
  • TKN;
  • Azoto nitrico;
  • Fosforo totale;
  • Tensioattivi totali.

L’impianto destinato al trattamento di tali acque deve essere in grado di rimuovere, oltre ai solidi sospesi e alle materie organiche carboniose (BOD5 e COD), anche i nutrienti (azoto e fosforo) e i tensioattivi. Solitamente ai componenti che vanno rimossi per mantenersi sotto i livelli di soglia prescritti dalle normative si aggiungono anche olii e grassi di origine animale e vegetale.

2. L’impianto di depurazione delle acque nei pastifici
La Figura sottostante riporta lo schema di trattamento delle acque di scarico della produzione in un pastificio industriale.

trattamento delle acque reflue nei pastifici

Il primo elemento dell’impianto è rappresentato dal degrassatore, che ha la funzione di eliminare le sospensioni leggere flottanti (grassi ed olii naturali) scongiurando la possibilità di danni e malfunzionamenti che la presenza di tali sostanze può provocare alle attrezzature sommerse (pompe, miscelatori, diffusori d’aria di profondità) installate nelle unità operative dell’impianto.
Il degrassatore solitamente è collocato in un primo vano della vasca monoblocco preposta anche a contenere i trattamenti successivi; il suo dimensionamento deve essere effettuato in base alla portata idraulica di picco.

Le acque degrassate vengono successivamente accumulate nel bacino di bilanciamento idraulico delle portate, la cui funzione consiste nell’eliminare la discontinuità sia quantitativa (legata alle 8-10 ore di lavorazione) che qualitativa (variabilità delle concentrazioni connessa con le fasi di lavorazione dei vari prodotti). Pertanto, in questa fase le acque reflue sono accumulate per poi essere rilanciate ai successivi trattamenti con portata costante ed equalizzata nelle 24 ore e contemporaneamente omogeneizzate grazie all’apposita pompa di rilancio.

L’abbattimento delle sostanze carboniose e azotate è ottenuto mediante un reattore a schema “nitro-denitro”, costituito da un bacino anossico ed uno aerobico, a loro volta combinati con un sedimentatore secondario.
L’abbattimento delle sostanze fosforose è ottenuto attraverso precipitazione chimica mediante l’aggiunta di additivi (generalmente sali di ferro o alluminio); il precipitato risultante sarà rimosso insieme al fango biologico di spurgo.

I fanghi in eccesso sono raccolti in un apposito vano oppure accumulati nella fossa Imhoff per la sedimentazione primaria, intervenendo sulle apposite valvole manuali del circuito di ricircolo del fango raccolto sul fondo del sedimentatore secondario.

Il sedimentatore secondario a flusso verticale è dotato di una tramoggia di fondo all’interno della quale si trovano la pompa di ricircolo del fango, un deflettore cilindrico verticale e una canaletta di sfioro in acciaio inox nella quale è innestata la tubazione di uscita dell’acqua depurata.

Trattandosi di un ambiente altamente corrosivo, tutta la componentistica dovrà essere dimensionata e scelta tenendo conto delle specifiche chimico-fisiche dell’acqua con cui è a contatto.
Con riferimento al processo di trattamento delle acque di scarico di un pastificio industriale sopra descritto, qui di seguito vengono illustrati i passi utili per la scelta della pompa più idonea.

Sono note le seguenti specifiche:

  • applicazione: impianto trattamento delle acque di risulta di un pastificio industriale;
  • fluido: acqua corrosiva;
  • portata (Q): 5 m3/h;
  • temperatura dell’acqua (T): 80°C;
  • quota di scarico (H): 13 m;
  • profondità di immersione (p): 0,3 m.

Consultando la scheda tecnica delle pompe commercializzate da ASV Stubbe, essendo l’acqua di scarico altamente corrosiva, in relazione alla portata (nota) Q= 5 m3/h, la pompa più idonea è la ETLB-S (pompa centrifuga ad asse verticale) (www.asvstubbe.it/wp-content/uploads/2018/06/Pompa-verticale-monoblocco-monostadio-in-materiale-plastico-ETLB-S.pdf).
Individuata la gamma più idonea, dal diagramma “a fazzoletto” fornito dal costruttore si individua il modello di pompa adatto all’applicazione in esame. Nel caso specifico, la pompa di rilancio sarà una pompa mod. ASV Stübbe centrifuga ad asse verticale ETLB-S 80-200 con un motore 4 poli di potenza pari a 5,5 kW ad una frequenza di 50 Hz.

Case study: scelta e dimensionamento della pompa di rilancio nel processo di trattamento delle acque di risulta di un pastificio industriale

Una pompa particolarmente adatta al trattamento delle acque reflue dei pastifici è la ASV Stubbe centrifuga ad asse verticale ETLB-S/ ETL; realizzata in materiale plastico (PE HD, PP o PVDF), è adatta a movimentare liquidi e soluzioni corrosive anche calde (-20°C a +110°C).

Con riferimento al processo di trattamento delle acque di scarico di un pastificio industriale sopra descritto, qui di seguito vengono illustrati i passi utili per la scelta della pompa più idonea.
Sono note le seguenti specifiche:

• applicazione: impianto trattamento delle acque di risulta di un pastificio industriale;
• fluido: acqua corrosiva;
• portata (Q): 5 m3/h;
• temperatura dell’acqua (T): 80°C;
• quota di scarico (H): 13 m;
• profondità di immersione (p): 0,3 m.

Consultando la scheda tecnica delle pompe commercializzate da ASV Stubbe, essendo l’acqua di scarico altamente corrosiva, in relazione alla portata (nota) Q= 5 m3/h, la pompa più idonea è la ETLB-S (pompa centrifuga ad asse verticale) (www.asvstubbe.it/wp-content/uploads/2018/06/Pompa-verticale-monoblocco-monostadio-in-materiale-plastico-ETLB-S.pdf).
Individuata la gamma più idonea, dal diagramma “a fazzoletto” fornito dal costruttore si individua il modello di pompa adatto all’applicazione in esame. Nel caso specifico, la pompa di rilancio sarà una pompa mod. ASV Stübbe centrifuga ad asse verticale ETLB-S 80-200 con un motore 4 poli di potenza pari a 5,5 kW ad una frequenza di 50 Hz.