La gestione delle emergenze è spesso vista in azienda come un inutile orpello che va a far perdere tempo al Datore di Lavoro e a tutta l’azienda.

Nemmeno i lavoratori la amano più di tanto considerandola l’ennesima costrizione e soprattutto un paletto assurdo all’unica cosa che vogliono fare quando un’emergenza si verifica veramente: scappare a gambe levate.

Peccato che non sia così semplice mettersi in sicurezza in caso di incendio o terremoto.

Ma quali sono gli elementi chiave della gestione delle emergenze?

  • il piano di emergenza (obbligatorio nelle aziende sottoposte a Certificato Prevenzione Incendi o con più di 10 lavoratori)

  • la planimetria di emergenza

  • la prova di evacuazione

  • i mezzi tecnici (estintori, idranti, impianti di rilevazione fumi e di spegnimento automatico, elementi tagliafuoco, vie di fuga, ecc…)

Ma mettiamo per un attimo il cappello del Datore di Lavoro (o almeno di molti di loro) e proviamo a reinterpretare questi fattori con un po’ di ironia:

  • il piano di emergenza: “Ecco altra carta inutile! Serve solo al consulente per farsi pagare di più!”

  • la planimetria di emergenza: “E dove la metto? E poi ce l’ho già…tanto che differenza fa se ho diviso in due il capannone e spostato qualche macchina?”

  • la prova di evacuazione: “Ma non abbiamo tempo da perdere! E poi chi mi ripaga per la produzione persa?”

  • i mezzi tecnici: “Uff…sempre soldi!”.

Non scherzo, mi piacerebbe ma non scherzo. Spesso noi consulenti ci sentiamo dire di queste frasi dai clienti.

Ecco invece il modo giusto di guardare a questi elementi:

  • il piano di emergenza: il documento in cui ci viene spiegato come comportarci nei diversi casi di emergenza che si possono presentare in azienda, dalla chiamata ai Vigili del Fuoco o al 118, fino al modo migliore per tutelarsi in caso di un forte incendio

  • la planimetria di emergenza: la prima cosa che dovremmo fotografare con gli occhi in un qualunque luogo in cui entriamo che sia l’azienda per cui lavoriamo, l’ospedale dove andiamo a fare controlli o la scuola dei nostri figli, perché fa la differenza fra il sapere dove mettersi in salvo o il restare intrappolati

  • la prova di evacuazione: l’allenamento necessario per raggiungere il traguardo della sicurezza in caso di emergenze varie, esattamente come alleneremmo una squadra per vincere il campionato

  • i mezzi tecnici: i nostri “amici” che mantenuti in efficienza costante ci permettono di gestire le situazioni critiche.

Fatte queste premesse nel prossimo articolo parleremo di due di questi elementi: il Piano di Emergenza Interno (PEI) e la planimetria di emergenza.

Sara Salvarani