Federchimica, nata nel 1916 come Associazione nazionale dell’Industria Chimica, festeggia i suoi 100 anni; oggi raggruppa oltre 1400 imprese dell’Industria chimica per un totale di quasi 90.000 addetti.
La storia della chimica è appassionante e si intreccia con la storia dell’umanità: chimici ante litteram sono stati gli alchimisti, che nel Medioevo cercano la pietra filosofale che trasformi i metalli vili in oro, mentre nel Rinascimento, con Paracelso, applicano le loro conoscenze al corpo umano e alla cura delle malattie.

L’evoluzione della chimica

Nel 1600 va per la maggiore la teoria del flogisto, che postula all’interno della sostanze infiammabili la presenza di un fantomatico “principio di infiammabilità”. A poco a poco l’attenzione si sposta dagli aspetti qualitativi a quelli quantitativi e finalmente, alla fine del 1700, nasce la chimica moderna con Lavoisier, che introduce la sua celebre legge sulla conservazione della materia: “Nulla si crea, nulla si distrugge”. Lavoisier finirà ghigliottinato dai rivoluzionari francesi nel 1974, perché legato a un ente di riscossione delle tasse.

Dirà lo scienziato Lagrange: “Alla folla è bastato un solo istante per tagliare la sua testa; ma alla Francia non basterà un secolo per produrne una simile”.

Nel 1829 Friedrich Wohler riesce a sintetizzare l’urea partendo da un reagente puramente inorganico, il cianato di ammonio. Una sostanza organica viene riprodotta artificialmente in laboratorio, e le conseguenze sono notevoli anche a livello filosofico: la materia animata non è sostanzialmente diversa da quella inanimata, come pensavano i vitalisti.

Nella seconda metà del 1800 Mendeleev crea la sua geniale tavola periodica, nella quale tutti gli elementi noti vengono disposti in una tabella in un ordine ben preciso a seconda delle loro proprietà. Lo scienziato siberiano, che aveva avuto l’idea della tabella in sogno, fu così geniale da lasciare degli spazi vuoti che sarebbero poi stati riempiti con elementi scoperti successivamente.

Nel 1903 Marie Curie vince il Nobel per la fisica per le sue ricerche sulla radioattività e nel 1911 vince il Nobel per la chimica per la scoperta di radio e polonio; è la prima donna a insegnare alla Sorbona. Sono gli anni in cui le suffragette, in Gran Bretagna, si battono perché il diritto di voto sia esteso alle donne.

Negli ultimi 100 anni le scoperte della chimica sono state fondamentali e ci hanno condotti al nostro stile di vita: in agricoltura i fertilizzanti hanno permesso di aumentare la produzione e sono arrivati nuovi materiali, primo fra tutti la plastica; il polipropilene fu creato da Giulio Natta ed era prodotto in Italia dalla Montecatini, poi Montedison. Le materie prime più economiche hanno ampliato le possibilità delle persone, portando alla società dei consumi, con tutte le sue conseguenze, positive e negative.

La chimica contemporanea

Negli anni 70 è emersa la questione ambientale e l’industria chimica ha incominciato a occuparsi anche della sua sostenibilità ambientale. Oggi sono stati compiuti grandi progressi in tema di sicurezza e Federchimica pubblica ogni anno un rapporto sul tema, Responsible care.

In questi 100 anni molte cose sono cambiate, ma la chimica è rimasta indissolubilmente legata all’innovazione e al cambiamento.
Nonostante la crisi economica, il settore registra oggi risultati positivi: nel 2015 la chimica fine e specialistica ha ottenuto un surplus di quasi 2,8 miliardi di euro.

(Fonte: www.federchimica.it; www.ilsole24ore.com; www.wikipedia.it; )