Si definisce come portata di un fluido in un condotto la quantità di fluido, in volume o in peso, che passa attraverso una sezione del condotto nell’unità di tempo. Dimensionalmente la portata volumetrica (solitamente indicata con la lettera Q) è rappresentata dal rapporto fra volume e tempo (litri/sec, m3/ora, etc).
In qualsiasi settore dell’industria moderna la misura della portata è essenziale nel controllo di processo, piccoli strumenti all’apparenza insignificanti ma d’importanza fondamentale. Un errore molto comune è quello di una scelta inappropriata, pertanto alla base della scelta di un flussimetro c’è ovviamente una chiara conoscenza di cosa si vuole misurare.
È necessario quindi caratterizzare il fluido (gas, liquido, acido, basico, viscoso, etc) ed il processo (misura percentuale o totale, portata minima-massima, temperatura, etc).

La misura è necessaria localmente o da remoto? Quale errore è accettabile? La tecnologia offre oggi tanti tipi di flussimetri: rotametri, flussimetri a molla, a ultrasuoni, flussimetri a turbina, a pale rotanti, volumetrici, a vortice, flussimetri magnetici (per liquidi conduttivi) per finire con i semplici tubi di Pitot o quelli a diaframma calibrato. Fra i flussimetri più utilizzati perchè economici, affidabili e semplici, i rotametri misurano la portata istantanea di un fluido.

I rotametri sono strumenti che eseguono la misura di una portata mantenendo in pratica costante la pressione differenziale fra le due estremità dello strumento e variando, invece, la luce di passaggio del fluido in funzione della portata.

Il rotametro è costituito da un tubo trasparente a forma leggermente conica in cui l’elemento sensibile è rappresentato da una sorta di galleggiante, più pesante del fluido nel quale è immerso, la cui altezza dal fondo del rotametro è causata unicamente dalla spinta dinamica subita dal fluido che passa nello spazio lasciato libero fra il “galleggiante” e la parete del rotametro.

Se la velocità del flusso è nulla (portata nulla) il “galleggiante” si posiziona sul fondo del rotametro. Il rotametro può misurare portate piccolissime (ml/min) come portate dell’ordine delle decine di m3/h in funzione delle dimensioni del tubo.

Anni fa un rotametro, destinato alla misura della portata di una soluzione acida necessaria alla rigenerazione di resine a scambio ionico, è stato per me un vero incubo: non sono mai riuscito a capire perché non funzionasse, non c’era alcuna corrispondenza fra il valore reale e quello segnato.

La cosa veramente strana è stata che l’errore non poteva considerarsi sistematico e quindi ogni intervento (taratura) sarebbe stato inutile. Considerando la mancata disponibilità e impossibilità nel reperire pezzi di ricambio, scelsi una taratura basata sulla strozzatura parziale delle valvole. Negli anni successivi, gironzolando per impianti, mi è anche capitato di vederne uno montato al contrario con il rischio di ostruire il tubo in caso di portate elevate, probabilmente si trattava di una linea inutilizzata. La cosa sorprendente è che ciò è avvenuto recentemente e che non mi trovavo in una località sperduta.