Oggi con il termine “plastica” s’intende qualsiasi materiale, sintetico o naturale, di origine polimerica ma, prima di divenire un termine così generico, per materie plastiche s’intendevano quelle resine sintetiche per le quali esiste una condizione di temperatura e di pressione in cui esse possono assumere qualunque forma desiderata mediante scorrimento plastico. Molte sostanze organiche naturali sono state largamente sfruttate.

Le resine vegetali

In particolare molte resine vegetali, insolubili in acqua, sciogliendosi in solventi organici formano liquidi adesivi, i quali, per evaporazione del solvente, lasciano una pellicola spesso trasparente resistente agli agenti esterni. L’industria chimica ha cercato dapprima di ottenere, in maniera sintetica, prodotti artificiali dotati di proprietà analoghe a quelle dei prodotti naturali ed è riuscita, infine, a produrre composti macromolecolari completamente nuovi con proprietà specifiche per applicazioni altrettanto specifiche in settori industriali molto vasti e complessi.

I tecnopolimeri

I cosiddetti ”tecnopolimeri”, infatti, hanno caratteristiche tali da rendere possibile la sostituzione di metalli speciali. Si va dalla produzione di palette per turbine di aerei alla produzione di pistoni e fasce elastiche per automobili. Questi materiali sintetici per molti aspetti hanno caratteristiche superiori ai metalli, alla ceramica e ai materiali tradizionalmente utilizzati e quindi sono divenuti praticamente insostituibili negli impieghi più avanzati della tecnologia moderna. Ovviamente trattandosi di materiali sintetici la tecnologia delle macromolecole è in continuo sviluppo e possiede potenzialità non ancora del tutto esplorate: si possono prevedere le proprietà di un materiale in funzione delle molecole inserite nella struttura macromolecolare.

Parallelamente tali potenzialità creano seri problemi di produzione e smaltimento di rifiuti tecnologicamente complessi. La raccolta differenziata, infatti, prevede il recupero dei polimeri più comuni (PET, PE, PP, PVC, PS) lasciando fuori decine di materiali polimerici che, a nostra insaputa, vanno a costituire molte parti di apparecchiature di uso quotidiano o, più semplicemente, packaging con determinate caratteristiche. La normativa è ancora inadeguata e non consente di facilitare l’avvio, ad esempio, di buone pratiche di gestione (ecodesign, riutilizzo, etc) dei rifiuti originati da materiali tecnologicamente avanzati come i tecnopolimeri.