La valutazione del rischio esplosioni – seconda parte

Eccoci di nuovo qui a parlare di rischio esplosioni in azienda.

Abbiamo visto nel precedente post (Valutazione ATEX) le definizioni di innesco, combustibile e comburente e ora affrontiamo le possibili fonti e sorgenti di innesco che spesso sono sottovalutate e che si dividono in:

  • Emissioni di grado continuo: sorgenti di emissione che normalmente durante il turno di lavoro disperdono sostanza esplosiva nell’ambiente

  • Emissioni di grado primo: sorgenti di emissione che occasionalmente possono, durante il turno di lavoro, disperdere nell’ambiente sostanza esplosiva

  • Emissioni di grado secondo: sorgenti di emissione che possono disperdere nell’ambiente sostanza esplosiva solo in caso di guasto (esclusi i guasti catastrofici)

Di solito quando si chiede a un RSPP o a un Datore di Lavoro di fare l’elenco delle possibili sorgenti di emissioni di combustibile in azienda la risposta è “Non ce ne sono!” perché, spesso giustamente, sono convinti di avere un sistema di distribuzione gas e polveri ben gestito.

Ma se proviamo a fare qualche esempio delle sorgenti di emissione che sono possibili nelle varie realtà produttive ci renderemo conto che questo non è sufficiente perché alcune di esse sono naturalmente presenti in ogni azienda e anche negli impianti meglio gestiti:

  • Esempi di emissioni di grado continuo: connessioni e accessori di tubazioni, valvole manuali ed automatiche, sfiati, drenaggi, spurghi e prese campione intercettati da valvole, sfiati di valvole di sicurezza e di rilascio all’atmosfera chiuse, tenute di pompe, compressori, boccaporti, passi d’uomo, ecc.

  • Esempi di emissioni di grado primo: superfici di liquidi (serbatoi atmosferici, vasche di separazione e/o decantazione, ecc.), sfiati in atmosfera da sistemi di regolazione o controllo (valvole di sfioro, di respiro, ecc.), aperture apribili dal personale addetto (boccaporti, passi d’uomo, filtri, ecc.)

  • Esempi di emissioni di grado secondo: punti di discontinuità (flange, giunzioni filettate, giunzioni a compressione, ecc.), tenute di organi rotanti o traslanti (steli di valvole, pompe centrifughe, compressori, ecc.), valvole di sicurezza, dischi di rottura e guardie idrauliche.

Se quindi pensiamo ai locali/zone di carica dei carrelli elevatori, alle giunture del nostro impianto gas, ai boccaporti di accesso ai silos, è facile capire come delle zone a rischio siano presenti per tutti.

Ma quanto è alto questo rischio? Vediamo di capire come leggere i risultati delle valutazioni del rischio esplosioni, che saranno presentati sotto forma di zonizzazione della nostra azienda in aree a diverso rischio.

Nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas/vapori/nebbie si definiscono tre zone in relazione:

  • Zona 0: Luogo dove è presente continuamente o per lunghi periodi un’atmosfera esplosiva

  • Zona 1: Luogo dove è possibile la presenza di atmosfera pericolosa durante il funzionamento normale

  • Zona 2: Luogo dove è possibile la presenza di atmosfera pericolosa solo per guasto o raramente e per brevi periodi

Diverso il discorso per le zone con presenza di polveri:

  • Zona 20 , in cui la presenza della nube è costante

  • Zona 21 , in cui la presenza della nube pur non essendo costante avviene con regolarità durante il processo di lavorazione

  • Zona 22 , in cui la presenza della nube avviene molto saltuariamente o per guasti del sistema di contenimento .

Facciamo alcuni esempi di zone 20: volumi interni di contenitori di polveri come silos e filtri , sistemi di trasporto delle polveri , mulini , miscelatori , ecc .

In queste zone non è consentita la presenza di persone.

Sara Salvarani