Si stima che ogni giorno nel pianeta siano macellati circa un milione di bovini: in termini “umani” è come se una città grande come Torino sparisse ogni giorno. Non è facile dare un “peso” ambientale all’enorme quantità di esseri viventi che nasce, viene allevata ed infine uccisa per produrre cibo che, dopo un passaggio nei supermercati, finisce nei nostri piatti.

Un bovino adulto è lungo circa 2 metri e largo circa 80 cm pertanto avrebbe bisogno di almeno 1.6 m2 solo per stare in piedi nell’allevamento ed almeno 3.5 m2 per girarsi, senza alzare la coda e, soprattutto, spostandosi facendo piccoli passi laterali!

In altre parole è come se una persona fosse costretta a vivere la sua esistenza in una cabina telefonica.

Secondo i regolamenti comunitari, per i bovini di oltre 2 anni e per le vacche da latte al pascolo, la superficie minima necessaria per garantire un’adeguata qualità di vita è pari a circa 0.5 ettari/animale.

La FAO nel 2007 stimava che nel mondo venissero allevati circa 1.3 miliardi di bovini (7 milioni in Italia). Pertanto per allevare l’intero popolo bovino avremmo bisogno di almeno 9 milioni di km2, ovvero il 6% delle terre emerse (150 milioni di km2). Tanto per avere un’idea, l’Australia ha una superficie di circa 8 milioni di km2.

E tutti gli altri animali allevati? Sempre secondo la FAO e sempre nel 2007, fra volatili, conigli, pecore, cavalli, maiali, etc. sembra che fossero 24.3 miliardi gli animali allevati: che spazio concedere a questo sterminato esercito di esseri viventi?

Dal punto di vista energetico, questa enorme massa di animali consuma una quantità di cibo gigantesca: ad esempio oltre il 70% del territorio agricolo europeo è utilizzato per produrre alimenti destinati agli animali allevati.

Il settimanale Newsweek ha calcolato che per produrre 5 kg di carne bovina occorre tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media in un anno: 500.000 litri. Bovini e suini, inoltre, producono tre volte la quantità di rifiuto organico prodotto dall’uomo.

Esiste, pertanto, una seria preoccupazione nei riguardi dell’impatto dell’allevamento industriale sull’utilizzo delle terre coltivabili e, ovviamente, sulla effettive necessità alimentari della popolazione (umana).

I problemi infatti sono molteplici (ambientali, etici, economici e di salute) e di non facile soluzione a meno che non si rivedano le nostre abitudini alimentari.