Per legge il datore di lavoro è tenuto a tutelare i suoi lavoratori applicando le normative in fatto di Sicurezza. Questo vale non solo per le aziende nell’industria o nell’artigianato, ma anche per gli studi professionali e per le attività commerciali: chiunque abbia un dipendente, o si avvalga della collaborazione di una “persona equiparabile” a un dipendente, ha una serie di obblighi, che vedremo nel dettaglio. Non si hanno invece doveri nei confronti dei collaboratori con Partita Iva.

Sicurezza passo dopo passo

Il primo passo per chi deve mettersi in regola con la normativa della sicurezza è nominare il Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP), che si occupa della sicurezza sul luogo di lavoro. L’RSPP può essere un dipendente, oppure il datore di lavoro stesso, a patto che l’azienda non superi i 30 lavoratori nel settore dell’industria o dell’artigianato, o i 200 nel caso di uno studio professionale.

L’RSPP per legge deve seguire un corso obbligatorio, che negli studi professionali è di 16 ore, mentre per le aziende può arrivare fino a 48 ore.
Dopo aver individuato l’RSPP, per il DM 15/7/2003 n. 388, è necessario nominare un addetto al primo soccorso, che dovrà seguire un corso di 12 ore, più 4 di aggiornamento triennale.
Va nominato anche un addetto antincendio (per il DM10/3/1998), che dovrà fare un corso di formazione di 4 ore, anche questo soggetto ad aggiornamento triennale (l’entità dell’aggiornamento non è ancora stata determinata).

I dipendenti devono poi eleggere il Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza (RLS), che in tema di sicurezza è il portavoce dei lavoratori nei confronti del datore di lavoro. Anche l’RLS deve frequentare un corso. Si tratta di una figura che deve essere presente: se non viene eletto, è assegnata all’azienda una figura esterna in base alla competenza territoriale.

Valutazione del rischio

Una volta scelte le figure fondamentali per garantire la sicurezza, il datore di lavoro deve procedere alla valutazione dei rischi, che si riassume in un documento che presenti i rischi legati all’attività: è necessario considerare l’ambiente di lavoro, la luce, il microclima, le postazioni di lavoro.

All’interno degli spazi di lavoro, il datore di lavoro ha l’obbligo di predisporre una procedura di emergenza, individuando i percorsi di fuga e indicandoli opportunamente attraverso i segnali.
I cartelli devono segnalare le vie d’uscita, ma anche la collocazione degli estintori e della cassetta di primo soccorso. Nelle industrie sono numerosi i pericoli da segnalare con pittogrammi diversi; ad esempio, c’è l’obbligo di provvedere all’identificazione dei fluidi utilizzati nell’impianto tramite marcatubi. Negli studi professionali, invece, le variabili relative alla sicurezza sono decisamente più ridotte.
Nell’elaborare la valutazione del rischio, però, ci sono rischi ai quali difficilmente si pensa e questo è il motivo per cui conviene affidarsi a un professionista della sicurezza.

valutazione del rischio su impianto industriale

Sicurezza: i rischi indiretti

Oltre ai rischi diretti, il datore di lavoro deve valutare anche i rischi indiretti, quelli che non sono normati e possono essere difficili da prevedere, come la caduta del ramo di un albero in uno spazio comune in seguito a un temporale.

Un aspetto spesso trascurato riguarda gli spazi condominiali: se l’azienda o lo studio professionale hanno sede all’interno di un condominio, anche le zone comuni sono considerate parte del luogo di lavoro e il datore di lavoro deve preoccuparsi anche della conformità di questi spazi. In questo caso, nella definizione della procedura di emergenza il datore di lavoro deve avere una visione più globale, che includa anche chi occupa gli appartamenti circostanti.

Spesso si trascurano particolari fondamentali: ad esempio, non tutti sanno che una porta che dà sulla via di fuga per legge deve aprirsi verso l’esterno. È ammesso che si apra verso l’interno soltanto in alcuni casi particolari.

Un altro aspetto fondamentale riguarda il punto di ritrovo, cioè il luogo dove ci si raccoglie dopo aver lasciato l’edificio per mettersi in salvo da un incendio. Questo spazio deve essere all’aperto, ma, se possibile, deve essere abbastanza raccolto per consentire di verificare che tutti siano presenti.